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domenica 17 gennaio 2010

Mia Madre È Bipolare. Finalmente Riesco A Dirlo.


Mia madre è bipolare. Finalmente riesco a dirlo. Non è facile per me parlarne. Per anni ho tentato di condurre un'esistenza normale, nonostante l'uragano che si è abbattuto su di me e la mia famiglia una quindicina di anni fa. Un'adolescenza sconvolta, spazzata via da un fulmine a ciel sereno che, in realtà, covava da tempo.


Mia madre è bipolare. E in più rifiuta le cure. Lei è convinta di star bene. Tipico della malattia, come ho scoperto in seguito. Ha subito due ricoveri e tre ricadute. Spesso in concomitanza con periodi di cambiamento cruciali per la mia vita. Sono figlia unica. E se è già dura convivere con una persona affetta da problemi psichiatrici, lo è ancora di più se questa persona è tua madre.


Difficile è parlarne con gli altri. Lo stigma ancora accompagna queste malattie. Si fa presto a venire additati - anche silenziosamente - come "la figlia della matta" o a diventare vittime di subdole e sciocche equazioni... In bilico tra chi ti consiglia di andartene lontano e di pensare alla tua vita e chi non si rende minimamente conto di cosa sia il disturbo bipolare.


Avevo quindici anni quando mia madre iniziò a delirare. Una donna brillante, bella, intelligente, severa ma amorevole, che di colpo si è trasformata in un mostro. Per salvarmi, non mi rimaneva che odiare. Ed è forse questa la parte della storia che più di tutte fa male. Perché, in fondo, è sempre mia madre. Lo era anche quando scaricava su di me un fiume di parole deliranti. Quando mi costringeva, seduta di fronte a lei, a concentrarmi per comunicare con la forza del pensiero. Quando le sue urla contro i vicini non mi facevano dormire la notte. Quando distruggeva i dischi, staccava il telefono, e mi isolava in casa con lei.


Ho creato questo blog non per farmi compatire, ma per il bisogno di esternare, di condividere, di elaborare. Perché di questa malattia si parla troppo poco e spesso si dimentica di farlo dalla parte dei familiari, coloro che vivono in trincea e subiscono, volenti o nolenti, le conseguenze di un dolore devastante e la lacerante alternanza delle fasi maniacali e depressive del bipolare.


Non è mia intenzione dare consigli da esperta a nessuno, né lanciare accuse contro il sistema sanitario nazionale, né mancare di rispetto alle persone affette da disturbo bipolare. La mia è solo una storia di vita, che ho deciso di raccontare spinta dal desiderio di non sentirmi più sola. So che siamo in tanti, là fuori, a soffrire in silenzio. Dignitosamente. Portando avanti le nostre vite, facendo di tutto perché siano il più possibile "normali". Ma ogni tanto la misura si colma, e tutto l'irrisolto viene fuori, il passato devastato da paura e impotenza, l'incertezza del futuro e la consapevolezza che si ama qualcuno che inconsapevolmente continuerà a farci soffrire. Qualcuno che vorremmo aiutare, ma che non possiamo aiutare, perché rifiuta il nostro aiuto.


Vorrei ringraziare Angela Grett, per avermi fatto sentire meno sola. Trovare il suo libro, My Mother’s Bipolar, So What Am I?, grazie alla rete, mi ha dato la forza di uscire dal mio guscio. Di vuotare finalmente il sacco. E di cercare altri Children Of Bipolar Parents (o CBP), per uscire dal silenzio e ritrovare un po' di coraggio.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Salve, mio marito non è bipolare, ma vado cercando un blog come questo o cos'altro, sui suoi problemi. Meno male che ha consultato almeno 4 tra neurologi e neuropsichiatri, altrimenti rischiavo di sentirmi io la sbagliata! Quanti dubbi in quasi 20 anni! Ma ora non più. È srato un caso ma adesso conosco il problema. Però vorrei confrontarmi con chi ha parenti o coniugi con patologie ossessivo-compulsive, perché una cosa è conoscere il problema, un'altra è sapere come intervenire per salvaguardare sè ed i figli , non so se potrà aiutarmi, ma io ci provo a chiedere...non si sa mai.

Anonimo ha detto...

Salve mi chiamo Silvia e ho un padre con un disturbo bipolare attualmente in fase maniacale.Sono disperata non so come fare.Io vorrei fare il Tso ma dicono che non è abbastanza grave.Quello che mi chiedo è: dobbiamo aspettare che faccia del male a sè o agli altri? No io non voglio aspettare questo.Io sono di Roma vi prego se sapete come aiutarmi fatelo!e poi vorrei sapere se esiste un posto qui a Roma dove viene dato sostegno psicologico ai familiari.Grazie per chi risponderá!infine volevo chiedervi una cosa:io ho il terrore che questa malattia venga anche a me e la paura di farmi una famiglia che poi debba sopportare questa malattia.Voi sapete qualcosa al riguardo?

Anonimo ha detto...

Salve mi conforta leggere di stati d'animo a me fin troppo familiari perchè purtroppo solo chi ha vissuto sulla propria pelle di queste esperienze può realmente capire. Mia madre è attualmente ricoverata in una clinica psichiatrica ed io ho trentasei anni. Ho tirato le somme di quanto la sua malattia abbia condizionato la mia vita quando sono diventata io stessa madre. Allora e solo allora per l'infinito amore che provo verso mio figlio ho avuto il coraggio di guardarmi in tutta la mia fragilità, di affrontare quelle mancanze che per tutta una vita ho negato a me stessa. Se mi guardo indietro non ho nemmeno un ricordo di mia madre felice e per anni ho creduto che nemmeno io meritassi di esserlo. Si è costretti purtroppo a crescere in fretta e a portarsi ferite dietro che mai se ne andranno.Mio figlio è stato il mio riscatto e il mio impegno affinchè abbia quello che a me è mancato.

Anonimo ha detto...

Ciao Silvia. Sono un neurobiologo, la mia fidanzata ha avuto il suo primo episodio maniacale un anno e mezzo fa. Ora sta appena uscendo dal secondo. Noi ci siamo rivolti alla clinica Sant'Alessandro, affiliata col policlinico di Tor vergata. Devi prendere appuntamento telefonico, ti daranno loro istruzioni sulla documentazione da portare. Per quanto riguarda te, hai una predisposizione ma non una condanna. Sta lontana da droghe (anche le canne) e alcol, sta attenta al sonno e agli stress prolungati e avrai ottime chance di non sviluppare la malattia. Se ti senti depressa o agitata, anche se non si tratta di una situazione seria, non esitare a contattare uno specialista. In bocca al lupo.

Emme ha detto...

Non avrei mai pensato che tante persone potessero capire quella che è stata la mia vita, trovare questo blog mi ha fatto sentire meno sola. Mia madre è sempre stata malata, ma me ne sono resa conto solo all'età di 10 anni. Bipolare, depressa e psicotica. Gli psicofarmaci erano solo l'antipasto, poi alcool a fiumi e canne e rivotril a volontà. Tornavo da scuola e la ritrovavo sempre stesa a terra, ubriaca e delirante. Mia sorella aveva solo 4 anni, dovevo cercare di proteggerla... A nulla sono serviti i ricoveri nei reparti psichiatrici degli ospedali e nelle case di cura per malati mentali, lei era sempre convinta di stare bene...Il modo in cui distorceva la realtà mi faceva impazzire, la delusione per le ricadute era quotidiana.. Io vi giuro ho amato mia madre infinitamente, più di quanto riuscirò mai ad amare me stessa. Lei mi ha distrutto. Distrugge tutto ciò che ha intorno. A 18 anni sono scappata di casa, non la vedo e non la sento. Sebbene la mia quotidianità sia davvero migliorata il fatto di avere un genitore così ti fa sentire davvero solo al mondo. Ora ho 23 anni, resisto a stento tra la rabbia per non essere amata dalla donna che mi ha messo al mondo e la paura di assomigliarle. Ho passato tutta la mia adolescenza a cercare di curarla e ad essere il più possibile diversa da lei, Ma non mi sono mai concentrata davvero su chi sono io. Avere una madre di questo tipo è straziante perché devi cercare di interpretare l'estremo egoismo e le cattiverie come malattia. Non sempre ci riesci. Io non ci riesco quasi mai. Il dolore supera la razionalità. Da circa un anno vado da una psicologa del Sert, mi hanno detto che i familiari ne hanno diritto. Sono stata fortunata perché ho incontrato una persona splendida, e sto cercando di rimettere insieme qualche pezzo di me. Se ne avrete la possibilità provateci. Vi abbraccio, e spero che ognuno di noi possa trovare la forza e la speranza per un nuovo inizio. M.

Olimpia79 ha detto...

Ho 37 anni,mia mamma alterna momenti in cui lei dice di star bene,e non è così,a mo.enti in cui si lascia andare non vuole mangiare,non si lava gli devo ricordare anche di bere,sono stanca avevo 15 anni quando tutto è cominciato.questo blog è u a spalla forte su cui appoggiarsi grazie.

Anonimo ha detto...

Ho scoperto questo blog per caso, dopo che mia madre ha avuto l'ennesimo attacco d'ansia, e per sentirmi meno sola ho cercato su internet un blog, una storia, qualcuno con cui sfogarmi per sentirmi meno sola. Ho 18 anni e mia madre è bipolare da sempre ma la sua condizione si è aggravata quando nel 2015 mio padre ci ha abbandonati per stare con un'altra donna, ci ha lasciati senza un soldo, con nostra madre malata, non lo sento da 2 anni ormai. Vivere con la malattia di mia madre è diventato ormai insostenibile anche perché siamo rimaste sole in casa. Ci sono stati giorni in cui mi ha segregata in casa, impedendomi di uscire, pensava che mi rapissero, che mi stuprassero, non so quante scuse ho dovuto inventarmi con i miei amici per non uscire, ignari di tutto. Ci sono stati giorni invece che credeva che in casa ci fossero le telecamere, che tutto il mondo ci guardava e ci giudicava, oppure sentiva voci, voci che le dicevano cose brutte. L'apice delle sue crisi lo raggiungiamo ogni Natale, giorno in cui abbiamo scoperto il tradimento di mio padre, nel Natale di 2 anni fa mia madre ha provato molte volte a suicidarsi, con qualsiasi cosa che trovava in casa, non la potevamo lasciare sola, io con i miei fratelli più grandi facevamo le notti svegli per paura che potesse fare un brutto gesto, se ci penso mi vengono ancora i brividi. L'ultima crisi l'ha avuta oggi, sono andata a studiare a casa di una mia amica per gli esami di stato ormai alle porte, sono rientrata più tardi e lei in preda ad una crisi di ansia è andata a casa dei genitori di un'altra mia amica per sapere io dove fossi, quando tornavo ecc.. Non so per quanto ancora riuscirò a sopportare tutto ciò, vorrei solo scomparire, anzi vorrei solo una famiglia, un punto fisso di cui contare, qualcuno che mi indirizzi la retta via, mi sento così sola...

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